La Bonneville Speed Week ogni anno attira schiere di petrolhead che si recano nel deserto bianco dello Utah per tentare di registrare un record di velocità su terra o, semplicemente, per assistere allo spettacolo. Spettacolo che, a dire il vero, è doppio, considerato che i partecipanti alla settimana della velocità sono parte integrante dello show che, grazie anche al loro aspetto, è diventato leggendario.
Sebbene siano i lanci a muovere centinaia di persone, farsi un giro nel paddock significa comunque restare sbalorditi e increduli di fronte a tanti personaggi e mezzi così stravaganti e unici, in una parata variopinta che scalda il bianco glaciale dell’immensa salina americana in cui essi sono immersi.
In tutto questo spicca un personaggio che riesce a distinguersi fra tanti altri, attirando la curiosità su di sé e sulla sua macchina. Nessuno dei due avrebbe molto senso senza l’altro, tanto che l’auto sembra quasi la rappresentazione meccanica del suo proprietario, esattamente come lui è una forma di realizzazione in pelle e ossa della vettura.
L’auto è una Ford Model T del 1927, e l’originale individuo che la guida è una vera e propria istituzione da quelle parti. La Ford è il prodotto di uno stravolgimento integrale e gli interventi, eseguiti in ogni più minimo dettaglio, hanno portato a un risultato gotico e sinistro che le hanno valso l’appellativo di Zombie Rod. Lui è un uomo taciturno dall’aspetto severo, anche se in realtà probabilmente sta solo recitando la parte che si è cucito addosso, grazie alla quale è diventato un mito assieme alla voluminosa chioma, i lunghi baffi e gli appariscenti cappelli.
Ogni anno raggiunge Bonneville in occasione della Speed Week per diffondere la cultura dei motori, in cui è cresciuto e che così follemente ama. Ogni frammento del suo essere è stato battezzato dal sale, e ogni aspetto della sua anima è stato immortalato in questa hot rod. Insieme rappresentano un pezzo di storia della cultura automobilistica americana.