Luca Colombo tenta il record mondiale sul lago di Como con una moto da cross

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Dopo aver dovuto rimandare il primo tentativo in programma per il 25 giugno scorso a causa delle cattive condizioni meteo, il trentottenne milanese Luca Colombo – organizzatore del Lario Motor Show – domenica 30 luglio tenterà di attraversare con una moto da cross il lago di Como dalla sponda di Gravedona a quella di Colico con una Suzuki Valenti RMZ 450 quattro tempi.

Preparata da Carlo Gelmi di Vercar Moto, il padre della Yamaha R6E elettrica e da Giorgio Lumini, tecnico motorista di numerosi campioni mondiali, la moto di Luca è stata allestita con pattini nautici e una gomma dotata di pale speciali che le forniscono la spinta idrodinamica necessaria a far planare gli oltre 230 chili di massa a pieno carico a una velocità di 30 nodi, equivalenti a 60 chilometri orari.

Con questo mezzo speciale Luca Colombo percorrerà i 5,5 chilometri che dividono le due cittadine sempre col gas spalancato e, per questo, ha scelto di indossare per la sua sicurezza in acqua Kingii Wearable, il più piccolo dispositivo di galleggiamento al mondo, affidando invece il recupero del mezzo – che a vuoto pesa 150 chili – a un sistema autogonfiabile che si attiva in caso di perdita di potenza, evitando così alla moto di affondare nel lago che, nel punto centrale, ha una profondità di 250 metri.

Kingii Wearable è il più piccolo dispositivo di galleggiamento al mondo, ma quando ci si trova in difficoltà in acqua può fare una grande differenza. Kingii si porta al polso come un orologio e in caso di bisogno è sufficiente tirare una leva per azionare un cuscino autogonfiante che si dispiega in soli due secondi ed è capace di mantenere a galla una persona di 130 chili.

Durante la traversata K38Italia – che insieme a Kingii garantirà la sicurezza in acqua del pilota – affiancherà all’aquabike da soccorso un nuovo mezzo concept per il soccorso nautico: una BRP Sea-Doo SPARK dotata di uno scafo custom appositamente progettato per interventi fluviali e alluvionali, ma con possibili applicazioni anche in acque aperte: «Una sperimentazione che – racconta Fabio Annigoni, fondatore di K38Italia – nasce dal beneficio di diversi fattori tra cui buona manovrabilità, pesi contenuti e dimensioni non eccessive, tutte caratteristiche che ben si addicono in determinate operazioni di soccorso».

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