Fotografi, blogger, scrittori, illustratori, giornalisti. Statene certi, se sono bravi prima o poi passano dalle nostre pagine.
AKIHIRO FURUYA
Nasce a un passo da Tokyo nel 1978, ma porta avanti la sua formazione artistica in due continenti, in Asia, all’Università di Pechino, dove studia Arte e Design, e in Europa, al Griffith College di Dublino, dove studia fotografia. Ma la sua vita professionale inizia realmente a Milano, dove vive e lavora per qualche anno – dal 2003 al 2006, prima di tornare a Tokyo – e dove si innamora della fotografia di moda, che lo porta verso pericolose relazioni con varie riviste e brand del settore. E le moto? Be’, se vivi abbastanza a lungo in Italia, e soprattutto a Milano, difficile non innamorarsi anche di loro.
PAUL D’ORLÉANS
Personaggio senza età, come i grandi artisti, sempre giovane, sempre vecchio, sempre in viaggio. Meglio conosciuto come The Vintagent, il nome del suo blog, sulla cui home compare il sottotitolo: “Il primo sito di moto vintage al mondo”. Non a caso è uno dei maggiori esperti di moto classiche. Appassionato di cafe racer, negli ultimi trent’anni ha esplorato i movimenti globali del mondo a due ruote, prevedendone le tendenze, e i magazine di tutto il mondo lo vogliono. Ha scritto libri di culto come The chopper, dove racconta la vera storia della moto più ribelle di sempre.
JOSIE PEREZ
«Non ci sono frontiere per la fotografia, solo spazi aperti da esplorare». Frase sua, che è messicana di nascita e californiana di adozione, per fortuna degli americani, e alla faccia di Trump. Si innamora della fotografia da bambina, ma prima di farne il proprio mestiere passa sotto gli obiettivi di altri importanti fotografi, posando come modella. Inizia da autodidatta, a 15 anni, finché non arriva alla pubblicazione di una zine dal titolo Beerspit: la cronaca fotografica dei bar di San Francisco. Approda al mondo delle moto grazie a un documentario fotografico sulla vita dell’amico Jasin Phares, che fabbrica componenti custom.
LANGDON CLAY
Newyorchese classe 49. Come molti di coloro che amano follemente la propria città, non riesce a smettere di abbandonarla. La lascia una prima volta da ragazzo per studiare, ma torna subito alla base e lì trascorre i successivi sedici anni a fotografarla, senza però resistere alla tentazione di tradirla per la vecchia Europa. Poi però si stufa, come nelle storie d’amore più passionali, e stavolta è definitivo: nel 1987 se ne va in Mississippi con la moglie e i tre figli. Collezionisti privati si contendono le sue fotografie d’arte, presenti anche al Victoria and Albert Museum di Londra, alla Bibliothèque Nationale di Parigi. E, naturalmente, sulla rivista Riders.