Al salone di Tokyo del 1968, i giapponesi videro un’astronave: l’Honda Cb Four 750. Ha un’entrata in curva ancora adesso precisa e sicura e un gusto che non passerà mai
Alessandro “Phonz” Fontanesi e Marco “SanMarco” Filios vestono con scarpe Timberland mentre viaggiano sulla Honda CB Four 750Immaginatevi di entrare in una fiera, come può essere l’Eicma; passeggiate tra gli stand delle numerosissime Case motociclistiche e trovate in bella mostra, parcheggiata in mezzo alle altre moto, un’astronave. Stupore e sorpresa: questo è quello che hanno provato gli spettatori del Salone di Tokyo del 1968, dopo essere entrati nello spazio espositivo della Honda Cb Four 750.
Una visione onirica e scintillante. In pochi secondi cambiò il mondo delle due ruote facendo invecchiare di 10 anni qualsiasi altra moto in produzione.
L’ Honda CB Four 750 è lo Stargate che divide e proietta nel futuro il mondo delle due ruote
Le innovazioni che ha portato, al tempo si potevano vedere principalmente nelle moto da competizione; come il motore a quattro cilindri in linea, distribuzione in testa a catena e freno a disco anteriore.
La prima impressione, avvicinandosi a un Honda CB Four 750, è di solidità, affidabilità e precisione. A differenza di molte sue concorrenti, la Four è assemblata a regola d’arte, come poche altre moto d’epoca anni 70.
Salendoci, la posizione di guida è comoda e accogliente; grazie alla sella spaziosa, si presta per scorrazzare anche con un passeggero senza incombere in scene da orso ammaestrato sulla bicicletta. La messa in moto, ovviamente elettrica oltre che con il kickstarter, dà vita a una sinfonia sibilante che ancora oggi fa accapponare la pelle e sgranare gli occhi alle persone che si trovano nei paraggi.
Volando sull’asfalto
Oltre ai vari pregi di guida e di affidabilità, la Four è rimasta nel cuore delle persone, anche dei meno esperti, per il suo suono inconfondibile e ricco di fascino.
Le sensazioni alla guida sono formidabili; sembra fluttuare sull’asfalto pur mantenendo la precisione di una moto incollata a una rotaia. Spalancando il gas, facendo un prima-seconda-terza, tenendo un passo brillante, giusto per spezzare il ghiaccio, si può notare la fluidità del motore, senza mai avere reazioni scattose e imprevedibili.
In pochi metri capiamo che, nonostante pesi 218 kg, Honda CB Four 750 è adatta anche a persone poco esperte. Negli anni 70, la Four era considerata la moto dei bravi ragazzi; a differenza delle cugine a tre cilindri due tempi, diventate più famose per la guida rabbiosa.
L’entrata in curva è precisa e sicura; se provata con i semimanubri e scarico quattro in uno, cambia completamente la guida, rendendola più sportiva e facendoti provare emozioni paragonabili a quelle delle moto moderne.
Innovazione e prestazioni
La Four, analizzando il periodo storico in cui è stata concepita, è indiscutibilmente una fuoriclasse. È un giusto connubio tra l’eleganza delle moto inglesi e l’affidabilità delle tedesche; con, in più, prestazioni mai giunte su una moto di serie fino a quel momento.
La moto, con il manubrio originale, è facilmente guidabile fino i 130 km/h. Nei Settanta, per sfruttare le prestazioni della CB Four 750 si ricorreva a semi manubri sportivi; aiutavano a spostare il peso nell’avantreno.
Un’altra modifica, figlia di molti film cult dell’epoca, è la sostituzione dello scarico originale quattro in quattro con il più sportivo quattro in uno – li notò Marving – facendo diventare il suo rombo una melodia senza tempo. Per migliorare la frenata, inoltre, era possibile aggiungere un kit che permetteva alla moto di avere il doppio freno a disco anteriore. Un’astronave.
Articolo di Anvil; Foto di Paolo Sandolfini