Raymond Scott Russell, il rissoso

  1. Home
  2. News
  3. Raymond Scott Russell, il rissoso

Talento incredibile, amante dei party dopo le corse. Non importava se avesse vinto o perso; l’importante per Raymond Scott Russell era la birra e le risse che lo attendevano alla fine. Come quando fece a cazzotti con la polizia

Raymond Scott Russell

Raymond Scott Russell è stato uno dei grandi piloti americani della SBK in un’era di talenti davvero Fast e molto Furious! Nella classifica dei piloti rock lui è sicuramente il più Hard Rock Heavy Metal di tutti. Fantastico in pista e fuori, ma anche rissosissimo, turbolento e spesso al centro di episodi clamorosi.

Le sue imprese

Apparve come un marziano vestito di verde vivace e con un casco con le piume di capo indiano in sella alla Kawasaki ufficiale del team capitanato da Roby Muzzy, team manager americano con pancia da sceriffo del Michigan e baffi appuntiti alla D’Artagnan. Una squadra pittoresca; ma si fece subito rispettare grazie alle micidiali vittorie di questo talento capace nel 1993 di mettere alle corde la Ducati con Carl Fogarty e Giancarlo Falappa e di conquistare il primo titolo della storia Kawasaki.

Ma Russell ha vinto anche la 8 Ore di Suzuka e conquistato podi in 500. È considerato il Re di Daytona, dove ha collezionato 5 vittorie nella 200 miglia. Gara alla quale è così legato che nel 2001 gli è costata l’abbandono forzato dalle corse. Ebbe un terribile incidente; fu investito da altri piloti in partenza.

Nonostante il divieto a tornare in sella per le conseguenze del terribile incidente, Scott non è riuscito a rimanere lontano dalla gara che ha dominato per tanti anni, partecipando segretamente ad altre due edizioni della 200 miglia sotto falso nome con moto private ma senza rinunciare al suo inconfondibile casco con le piume da Indian Chief.

Feste e risse leggendarie

Leggendarie le feste e le sbronze dopo le gare vinte o perse con Foggy, Slight, Corser, Falappa e Pirovano. Ma anche le scazzottate da vecchio saloon del west. Russell spesso finiva KO contro Body Guard di colore grossi come montagne.

In almeno due occasioni ha mancato test e prove importanti; gli occhi pesti e chiusi non gli permettevano di guidare la sua Kawasaki, con grande disappunto dei tecnici giapponesi. Per uno con questo temperamento vivere negli Usa era davvero un problema. La polizia negli Stati Uniti è onnipresente e violenta, capace di arrestarti se hai in auto una lattina di birra chiusa.

E Russell finiva spesso nei guai con le forze dell’ordine. Una volta fu bloccato in commissariato perdendo la prima giornata di prove di una gara mondiale perché al termine di una festa a casa sua, una ragazza annegò nella sua piscina. Scott è stato sicuramente il più turbolento di un numeroso gruppo selvaggio di piloti capaci di duelli corpo a corpo in pista con battaglie mai più viste. L’enorme accumulo di adrenalina veniva smaltita in feste e party rimasti memorabili. È rimpianto da molti nell’attuale asettico paddock delle corse moderne.

Esercizi per i motociclisti: ginocchia al petto
Contributors

Potrebbe interessarti…

Menu