Loris Capirossi, la mia vita a 300 all'ora

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La vita di Loris Capirossi è stata un’avventura incredibile, tra vittorie e momenti di sconforto. Ora un’autobiografia scritta a quattro mani con Simone Sarasso permette di ripercorrere le orme del campione romagnolo

Loris Capirossi con Wayne Rainey

Loris Capirossi con Wayne Rainey

È la prima volta che mi imbatto nella lettura di un’autobiografia di un motociclista. Ne ho lette diverse, di biografie, ma in nessuna di quelle mi sono mai ritrovato a più di 300 km/h o col culo per terra dopo una scivolata. Leggere la vita, le delusioni, le cadute, le vittorie, i trofei, la famiglia di Loris Capirossi mi ha toccato delle emozioni che stanno sul fondo della mia sensibilità.

Non mi capita spesso di avere le lacrime agli occhi leggendo un libro; ma cazzo, la verità è che la vita di Capirossi mi ha proprio smosso qualcosa. Forse perché pensavo di conoscerlo e invece non lo conoscevo affatto, forse per tutti i sacrifici che ha fatto la sua famiglia. Non lo so.

L’idolo del pubblico

È stato uno dei primi a scaldare i cuori della gente che da casa guardava le corse, anche di chi non era appassionato di motori. Ha attraversato tre generazioni diverse di piloti. È partito dal basso, facendo sacrifici e con una famiglia che ha fatto di tutto per dargli l’opportunità di fare quello che voleva, correre.

Ho letto questo libro in poco tempo ma non mi sono lasciato scappare nessun episodio della sua vita. La scrittura è densa, è molto naturale, il racconto è vivo, è reale. Simone Sarasso, l’autore, ha scritto questo libro ma la voce è quella di Loris. Le parole dello scrittore romagnolo si sono messe a disposizione del pilota. Dopo mesi e mesi di incontri, aneddoti, cene immerse nella vita del campione di Borgo a Rivola ne è venuto fuori un libro sincero e gradevole. E quando leggi, si sente che parla Loris, lo percepisci proprio.

La vita di Loris Capirossi, tra alti e bassi

Lo senti davvero, come se fosse lui a raccontarti tutti i particolari della sua vita: da quando Mamma Patrizia ha preso la moto per andare a grigliare con loro nel classico ritrovo di Pasquetta, a quando Loris racconta del suo rapporto con Valentino Rossi, passando prima per l’amicizia con Fausto Gresini. W poi le sue emozioni, le sue delusioni dopo ogni caduta. Dopo ogni vittoria sudata.

L’incontro con Carlo Pernat, gli aneddoti divertenti e le sfuriate contro il fisco italiano; e poi le polemiche di Aprilia e le lacrime di gioia per la prima vittoria in Ducati e quelle di tristezza per la perdita di un amico che omaggerà gareggiando la sua ultima gara della carriera con il numero 58.

La vita di Loris l’ho vissuta sempre da vicino: mio padre è un suo ultras. Mi ricordo che mi raccontava di quando si è alzato all’alba per vederlo correre in quella pazza gara australiana. Quella volta Capirossi diventò il più giovane campione del mondo di 125. Questo amore per Capirex l’ho poi toccato con mano quando buttò fuori pista Harada all’ultima curva e quando vinse per la prima volta con la Ducati a Montmelò. Ho fissa nel cervello l’immagine di mio padre che correva in mutande per casa gridando e invocando il campione romagnolo.

Un’autobiografia imperdibile

Qui dentro, in questo libro, c’è tutto Loris. È un’autobiografia da leggere facendosi attraversare dalle emozioni, dalle sue emozioni, quelle vere di Loris Capirossi. Non è facile arrivare sul tetto del mondo ma ci vuole un secondo ad andare giù con tutti i santi. Vincere o cadere, il tutto, sempre, col gas spalancato. Una vita a 300 chilometri orari, non importa se il rischio è quello di avere le mutande piene di ghiaia o rompersi qualche osso, l’importante è dare gas senza paura.

Articolo di Fabio Fagnani

  • La mia vita senza paura, scritto da Loris Capirossi e Simone Sarasso. Sperling & Kupfer.
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