Vanno scelte di alta qualità. È importante però anche prendersene cura, come accade per gli oggetti che più si amano. Se il nostro destino è scritto nei luoghi che percorriamo, le scarpe sono protagoniste della storia
I Riders a cui mi rivolgo sono dei veri gentlemen che sanno come curare i propri oggetti, proprio come fanno con la loro moto. Per esempio, le scarpe: un capo che anche da solo vale tutti i vestiti che state indossando. Personalmente non compro molte scarpe, probabilmente meno di un paio all’anno; ma quando lo faccio, scelgo il massimo della qualità.
Credo che le scarpe siano come le gomme della moto: sono loro che ci portano in giro e la nostra postura e la camminata dipendono in gran parte proprio dalle calzature.
Sulle calzature credo sia importante scegliere il top come qualità della pelle e della fattura; ma la loro durata dipende anche da come le trattiamo.
Prendersi cura delle scarpe
Ho ereditato la passione e la cura delle scarpe, insieme all’uso del lucido e del grasso di foca, da mio padre, ingegnere e gentiluomo, che aveva in casa un attrezzatissimo armadietto per la cura del cuoio che non faceva toccare a nessuno.
Da lui ho imparato molte piccole attenzioni, come il fatto di lasciar riposare le scarpe e possibilmente non usarle per due o tre giorni di seguito. Riporle sempre con le forme (vanno bene anche i tendi-scarpe a molla) e non abbandonarle mai al sole battente né sotto il termosifone. Importante è anche l’uso del calzascarpe, che salva il tallone. Anche se io preferisco scegliere le scarpe mezza taglia più grandi per una migliore aerazione e una calzata più facile.
Come lucidarle
È buona regola pulire le scarpe con spazzole morbide e lucidarle il più possibile. Lui faceva così: ovviamente utilizzava creme e lucidi di alta qualità e li spalmava sulle scarpe con piccole spazzoline (una per il nero e una per il marrone). Dopo qualche istante di attesa passava un panno pulito con il quale rimuoveva il lucido facendole splendere.
L’ultima lucidata la dava con le scarpe ai piedi, tirando il panno su e giù con le due mani.
Per fare ciò, papà metteva sempre il piede sullo spigolo di un mobile; la mamma si arrabbiava un po’, ma pazienza. Anch’io oggi faccio ancora così. Ho in casa il mio spigolo preferito che è sempre un po’ nero, ma le mie scarpe sono sempre perfette.
Scarpe e scarponi
Sugli scarponi, il papà si scatenava con il grasso di foca, impermeabilizzante naturale che ammorbidisce e lascia traspirare il piede. Il grasso deve essere distribuito sulle scarpe direttamente con un panno di cotone e non deve essere rimosso. Gli scarponi, poi, devono essere posti nelle forme e lasciati a riposare almeno una notte perché il grasso venga completamente assorbito.
Anche oggi faccio così con i miei scarponi; pur risalendo a oltre venticinque anni fa (quando facevo il militare nella Celere), sono ancora perfetti e non temono né acquazzoni né fango.
Curare le mie scarpe è un’abitudine che mi ricorda mio padre; la cura che lui metteva sia nella vita, sia nei propri oggetti è qualcosa che mi ha tramandato e che rispetto, una parte importante della mia vita. In un’epoca in cui si usano e gettano (malamente) anche lavastoviglie e frigoriferi, credetemi, non è cosa da poco.
di Roberto Parodi