Rockettara, classica, elegante, romantica, selvaggia: la pelle ha mille linguaggi. Ecco perché non passa mai di moda
A partire dagli anni Sessanta, quando Jim Morrison rendeva mitici i suoi pantaloni, vestire capi in pelle è diventato sinonimo di ribellione. Ma non è solo sui palchi delle rockstar che la pelle ha raccontato la sua storia.
Dai concerti alle aziende
Una storia di viaggi e libertà, di riders che sfrecciano sulle highway americane a cavallo dei loro chopper, con addosso gilet di cuoio sul petto nudo. Una storia di velocità al limite, di piloti su jet supersonici con gli occhiali a specchio e pesanti giubbotti in pelle pieni di patch (come non pensare a top gun?).
Ma può anche essere una storia di quotidiana normalità, se si pensa alle borse degli insegnanti, oppure alle 24 ore dei manager.
Uno stile universale
Mille racconti, mille forme. Ma una cosa è certa: che sia sulle spalle di un motociclista, addosso a un pilota, a tracolla di un professore, oppure che prenda la forma di stivali o giacche che disegnino le curve di donne mozzafiato, la pelle dona un fascino unico, capace di interpretare ogni tipo di personalità. Basta che a indossarla sia un uomo o una donna che non abbiano mai paura di osare.
In queste immagini, due classici intramontabili.
Giacca con zip realizzata in pelle ultraleggera opacizzata sulla parte esterna. Prezzo 570 euro