Si è fatta attendere come una star. Ma finalmente, dopo quattro anni di attesa, è arrivata la versione definitiva
Articolo di Alberto Cecotti
Miss eleganza. La sua gestazione è stata lunga e curata nella comunicazione, passata per due concept: il primo svelato al Concorso di Villa d’Este nell’oramai lontano 2016. Il secondo, più recente, a Eicma. Infine a MBE 2020, che diventano tre con l’altro prototipo visto un anno fa ad Austin, in Texas, realizzato da Revival Cycles.
Ora è davvero arrivato il suo momento. Il 3 aprile è stata svelata l’attesissima R18 pronta per la commercializzazione, una piattaforma su cui BMW ha investito e punta parecchio. Sapiente abbinamento fra il raffinato design evocativo, ispirato alla leggendaria R5 del 1936, e una tecnologia estremamente d’avanguardia. Seppur coerente con i dettami classici dei boxer di Monaco.
BMW R18 è una vera cruiser di carattere
Una cruiser di carattere, viene definita, e di certo bisogna riconoscerglielo. BMW torna dunque a cimentarsi in un segmento, le cruiser, già tastato una ventina di anni fa con la R1200C. Ve la ricordate?
Anch’essa di forte personalità, ma forse allora il pubblico non era maturo per recepire una BMW così raffinata, volendo anche non troppo razionale nel suo concetto d’uso, specie per il mondo dei boxeristi doc. invece, ora i tempi sono cambiati, insieme allo stesso concetto di moto, nella sempre crescente attenzione sociale verso l’immagine, il design, l’estetica in genere. Ne sia da esempio il fenomeno nineT, giusto per rimanere in casa. L’utente-acquirente biemwuista, ma non solo, ha aspettative alte in quel senso e il livello si eleva.
Ecco, con la R18 BMW dice: tecnologia, coerenza, design possono convivere se miscelati con le giuste dosi e cura nei dettagli. Come quello, intrigante, della doppia rigatura bianca della R18 First Edition, unica prevista per il momento, a cui seguirà una versione base nel 2021.
Il fulcro del progetto? Il motore BMW
Linea curatissima a parte, è il poderoso motore a fare da fulcro al progetto, che si svilupperà certamente anche su altre declinazioni. Innanzitutto, si tratta del bicilindrico boxer più grande mai realizzato da BMW: è un bialbero gigante di 1.802 cc, con raffreddamento misto aria e olio, distribuzione ad aste e bilancieri e quattro valvole per cilindro. Ha una coppia da tir, 158 Nm a soli 3.000 giri, con range di regime di rotazione da 950 a 5.750 giri. Valori che quasi offuscano la potenza massima, che è più che ragionevole, ma non esaltante con i suoi 91 cavalli rispetto ad alcune cruiser bruciasemafori sul mercato, che hanno indole decisamente più sportiveggiante. R18 punta sua altro: gran gusto di guida, ma in prima linea l’eleganza.
L’aspetto classico del possente motore a cilindri contrapposti cela una dotazione elettronica di alto livello, con sistemi che oramai imperversano su qualsiasi tipo di moto. Ben vengano, eh, sia ben chiaro. Riding Mode a tre mappe (Rain, Roll, Rock), controllo di trazione ASC abbinato alla gestione del freno motore MSR, insomma quanto di utile per una guida assistita e razionale, comunque divertente, ma soprattutto sicura. Cambio a sei marce, con retromarcia opzionale, per meglio gestire le manovre da fermi e frizione monodisco a secco, addirittura dotata di antisaltellamento.
E poi… La ciclistica di BMW R18
La ciclistica si compone di un telaio a doppia culla in acciaio (che fa il verso agli hardtail di una volta) abbinato al forcellone bibraccio, uno dei quali corrisponde al cardano di trasmissione e al sistema ammortizzante Cantilever: come forcella c’è una telescopica da 49 mm molto ben rifinita esteticamente. Il binomio ruote scelto per la cruiser tedesca è 19”-16” con gomme da 120/70 e 180/65, rispettivamente. Freni: tripletta (2+1) di dischi da 300 mm con pinze a quattro pistoncini con sistema ABS integrale, ovvero con la leva dell’anteriore che aziona e ripartisce anche sul posteriore.
Personalizzazioni e stile BMW
Attraente la silhouette modern classic, impreziosita dai cerchi a raggi e dal design ricercato dei freni a disco. Davvero bello il cruscotto mono elemento analogico con serie di LED integrati: trionfa l’essenziale, ma ha quanto serve. Le sovrastrutture sono tutte in metallo, serbatoio compreso, mentre la qualità costruttiva, nei dettagli, finiture e cablaggi è veramente di alta qualità.
Non sembra averne particolare bisogno, ma per gli impallinati di personalizzazione e modifiche BMW ha progettato la R18 nell’ottica di favorire al massimo lo smontaggio e l’assemblaggio veloce dei suoi elementi principali. A tal proposito, inutile dire come siano già previste miriadi di parti e ricambi speciali: l’arduo compito di abbellire la già bella di suo è stato affidato a uno giusto. Ci ha pensato, infatti, Roland Sands a produrre due versioni di kit di particolari in alluminio: si chiamano 2-Tone Black e Machined.
La R18 strizza l’occhio al mercato USA e lo dimostra la scelta di Vance & Hines come scarichi dedicati alternativi a quelli di primo equipaggiamento; stesso discorso per Mustang, prestigioso marchio di selle americano. Per quest’anno, la R18 First Edition arriva in Italia a 22.290 euro f.c. con un allestimento extra del valore di 2.150 euro compreso nel prezzo.
A questo punto, oltre a voi, ci siamo fatti venire a nostra volta la voglia matta di provarla: complice l’astinenza globale da moto e la primavera da poco esplosa… se non altro, siamo tutti nella stessa barca, ehm, casa. Casa Riders. Facciamoci compagnia, se non altro, vi va? A proposito, voi cosa ne pensate della R18?
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