‘Di QUALSIASI COLORE, purché rossa’: per esplicito volere di Honda la NR 750 usciva di fabbrica IN UN SOLO colorE. In Francia, però, qualcuno ha osato mettere mano alle carene di uno dei 322 esemplari della pistoni ovali di Tokyo, per donarle un look total black: UN BELLISSIMO SACRILEGIO?
Di Manuele Cecconi
Un otto cilindri mascherato da V4 grazie all’adozione di pistoni a sezione ovale e una distribuzione a 32 valvole. La Honda NR 750 è un vero e proprio unicorno della produzione motociclistica, un’opera d’arte su ruote che più che per le prestazioni pure ha lasciato il segno per la sua unicità tecnica. Bella da fare girare la testa e soprattutto esotica come nessun’altra moto dell’epoca, la peculiare superbike dell’Ala Dorata rappresentò una sorta di prova di forza per la casa di Tokyo, che con quel progetto intese ribadire di fronte a pubblico e concorrenti la propria straordinaria potenza di fuoco sul fronte della capacità tecnologica. Seppur pressoché fine a sé stessa, dal momento che il progetto NR (prima New Racing, poi New Road) aveva già dimostrato nelle corse i suoi limiti in termini di costi-benefici.
Il progetto NR 750 affondava le sue radici nelle corse: alla fine degli anni 70 Honda provò ad “aggirare” con un escamotage tecnico il regolamento vigente che vietava l’utilizzo di motori a più di 8 cilindri
HYPERCAR A DUE RUOTE – Costosissima già quando uscì all’inizio degli anni novanta, la NR ha mantenuto nel tempo il suo valore e continua ad essere ambitissima sul mercato collezionistico. Se nel 1993 per mettersi in garage uno dei 322 esemplari ci volevano 100 milioni di lire, al giorno d’oggi il suo valore si aggira intorno ai 100 mila euro. Sono poche, pochissime le moto stradali che possono vantare simili quotazioni: la pistoni ovali di casa Honda, d’altra parte, si può considerare un po’ come il corrispettivo motociclistico di una Ferrari F50, l’hypercar di Maranello che avrebbe debuttato qualche anno più tardi diventando una delle icone motoristiche degli anni novanta.
Gli anni 90 sono anche il periodo d’oro delle supercar. E la Ferrari F50 è sicuramente uno degli esempi più fulgidi
COME MAMMA L’HA FATTA – E con la V12 del Cavallino, la vettura più simile ad una Formula 1 che avesse mai “indossato” targa e fanali, la settemmezzo dell’Ala Dorata aveva molto in comune: la raffinatezza tecnica, un propulsore derivato dalle corse, l’impiego intensivo di materiali pregiati come carbonio, magnesio e titanio. E il colore rosso, simbolo di sportività sia nelle due che nelle quattro ruote. Se a Maranello, tuttavia, lasciarono ai propri clienti la possibilità di scegliere anche altre tonalità come nero, giallo e argento, a Tokyo furono addirittura più intransigenti: la NR sarebbe potuta essere solamente rossa, come mamma Honda l’aveva fatta.
Tutte le NR 750 sono rosse, così come mamma Honda le ha volute. O meglio, quasi tutte…
NERA E MALEDETTA – C’è un esemplare, tuttavia, che si contraddistingue per una livrea total black. Si tratta della seconda RC 41 (altro nome con cui la NR 750 era conosciuta internamente in fase progettuale) importata in Francia all’inizio degli anni novanta, che il proprietario ha rivisitato con questa colorazione “apocrifa”. Difficile non rimanere a bocca aperta di fronte a questa Perla Nera su due ruote, ma d’altro canto era prevedibile che la pistoni ovali di Tokyo avrebbe conquistato gli sguardi anche in abito scuro. Eppure, nonostante l’indubbia eleganza, la nera NR non può sfuggire alle aspre critiche dei puristi, che gridano alla profanazione di un capolavoro. Sacrilegio? Forse sì, ma se siete rimasti conquistati da questo esemplare “maledetto” sappiate che è attualmente in vendita sul sito Classic Motorbikes, con appena 8.000. Le splendide foto della gallery sono del fotografo Bruno Des Gayets.
