L’eredità si tramanda anche così, in senso contrario, con il figlio (Giovanni) che realizza per il padre (Arturo) una moto che è un tributo a una vita dedicata alle moto, come artefice dei successi del marchio più vincente della storia: MV Agusta
Di Redazione
Italia, come il nome di battesimo di questa creatura costruita a mano, letteralmente sotto casa (nel piccolo atelier di Samarate, in provincia di Varese) per ripercorrere la storia e la gloria di MV Agusta nei suoi tempo migliori, ovvero quando vinceva… sempre. E gran parte della sua invincibilità, esplosa tra gli anni ‘50 e ‘70, la si deve proprio ad Arturo Magni, il grande tecnico lombardo scomparso nel 2015 a 90 anni, che ne diresse il reparto corse in tutta la sua attività dal 1950 al 1976. Per la cronaca sono 37 – trentasette – i titoli mondiali e innumerevoli vittorie con in sella i più leggendari Campioni di tutti i tempi.
INNO AI CAMPIONI – La nuova Italia 01/01 di Giovanni Magni raccoglie questa epopea e racconta degli Agostini, dei Read, dei Surtees e degli Hailwood che hanno dominato in lungo e in largo con MV, insieme a molti altri. Lo sguardo è calamitato dalla carrozzeria formato nostalgia, che ricalca con fedeltà certosina forme e colori di quelle indimenticabili MV iridate.
Anche sotto il vestito c’è (come sempre quando si parla di moto Magni) tanta bella roba: in primis la ciclistica d’impostazione super classica, ma realizzata oggi in tutti i suoi componenti, e l’attraente contrasto visivo col motore tricilindrico attuale MV Agusta, compatto e raffreddato a liquido. Il telaio è tubolare a doppia culla aperta in tubi acciaio realizzato nell’officina Magni, come pure il forcellone oscillante bibraccio in lamiera scatolata.
MOTORE (NUOVO) IN VISTA – Il cuore no, quello non ha niente a che vedere con il vintage. Anzi: il succitato 800 cc è quello della Brutale, noto per essere fra i più irascibili e all’avanguardia al mondo nella sua categoria. La dotazione elettronica è quella originale MV, con mappature, controllo trazione, quickshifter e tutto il resto.
La soluzione della semicarenatura anziché il “vestito lungo”, è una peculiarità che Giovanni ha voluto in tanti modelli di suo progetto (Storia, Filorosso e molti altri), per lasciare in vista la struttura meccanica del propulsore, creando quell’irresistibile contrasto fra amarcord e hi-tech.
OPERA D’ARTE – L’impianto frenante è costituito da dischi flottanti da 320 mm con pinze a 4 pistoncini, abbinati al singolo posteriore da 230 mm, ed è firmato da Brembo. Altro pezzo forte è la romantica forcella che ricorda quelle da GP anni ’70: è una oleodinamica convenzionale da 43 mm realizzata appositamente dagli specialisti milanesi di Oram, come pure la bella coppia di ammortizzatori posteriori; entrambi i reparti sono dotati regolazioni esterne separate del freno in estensione, compressione e precarico molla.
Da perdere la testa le piastre sterzo in lega di alluminio ricavate dal pieno con lavorazioni a CNC. Le ruote, entrambe da 18”, sono rigorosamente a raggi di JoNich Wheels, ma predisposte all’utilizzo di pneumatici tubeless Metzeler Racetec RR K1 con misure 110/80 e 160/60.
PREZZO? PER POCHI – In un contesto in cui ogni piccolo dettaglio conta e fa la differenza, persino le manopole sono ispirate al passato, sebbene prodotte oggi da un’altra realtà storica varesina: Ariete – Sandro Mentasti. Il peso della moto è indicativamente di 160 kg. La Italia è per il momento un prototipo, in esemplare unico, con targhetta numerata 01/01. Verrà quindi costruita a richiesta su ordinazione, con possibilità di crearla anche partendo dalla base di una moto donatrice del motore fornita dal cliente e secondo le specifiche concordate dal cliente direttamente con Giovanni Magni. Oppure, se la si vuole come il prototipo da noi provato, il prezzo indicativo parte dai 33.000 euro + IVA.