La leggenda del buco viene messa in discussione: è proprio vero che il foro sulla mentoniera dei caschi integrali di Barry Sheene – il diametro simile a quello di una sigaretta – serviva al britannico per fumare in griglia a pochi secondi dallo start?
di Jeffrey Zani
L’aneddoto, raccontato in varie salse e a più riprese, sembra essersi affermato come una di quelle storie che meglio rappresentano il motociclismo degli anni 70, fatto di piloti spregiudicati e ruspanti: ne hanno scritto testate come The Guardian, The Independent e GQ. Ma oggi, a sentirne parlare, l’ex pilota Gianni Rolando sente puzza di bruciato – e non è tabacco. Proprio Rolando, che con il due volte campione del mondo della classe regina ha condiviso le piste di mezzo mondo diventandone anche il compagno di scorribande, scuote la testa e offre la sua versione.
In sintesi: tutto falso.
E perché?
“Non l’ho mai visto fare una cosa del genere”, spiega Rolando. “Il foro nel casco veniva usato da molti piloti durante le gare al caldo, come il GP di Venezuela. Lì dentro ci passava un tubicino collegato a una bottiglietta d’acqua sistemata nella zona del contagiri. Fra l’altro, era una gran seccatura perché il sistema era rudimentale e spesso il liquido ti andava di traverso facendoti tossire o quasi vomitare”.
Leggenda metropolitana – La principale funzione del foro, insomma, sarebbe stata meno accattivante di quanto raccontato in quella che potrebbe rivelarsi come una leggenda metropolitana, secondo la quale il buco sarebbe stato fatto apposta per permettere all’inglese di fumare. Un’ipotesi che Rolando non ritiene affatto pratica o verosimile:
“Prima di fumare Barry toglieva il filtro alle sigarette, il che le rendeva molto corte. Probabilmente, se infilate in quel foro, non sarebbero nemmeno arrivate alla bocca. E poi, che senso poteva avere fumare col casco addosso?”
“In quei tempi – continua Rolando – i caschi non erano mica comodi e leggeri come quelli di oggi. Noi in griglia fumavamo, certo, ma senza casco. Lo mettevamo all’ultimo momento, poi salivamo in moto e partivamo. Finita la corsa, ce lo toglievamo subito, a volte durante il giro di rientro ai box”.
Da testimone oculare, collega, avversario e amico, Rolando parla chiaro: la leggenda del buco andrebbe sfatata. “Ricordo che quando andavo a casa di Barry nel suo studio vedevo i caschi neri in attesa di essere verniciati. Ma questa storia del foro fatto per fumare mi lascia molto perplesso”.
Mistero all’asta – In ogni caso, di recente la casa d’aste inglese Bonhams ha inserito nel suo catalogo quello che viene presentato come un prototipo della AGV consegnato al britannico nel 1977, l’anno del suo secondo titolo in top class, in vista della stagione successiva, quando ha firmato un accordo con il marchio italiano.
“Posso confermare che si tratta di un modello X3000 Ago, un prototipo consegnato a Sheene per essere utilizzato durante le prove”, ha spiegato l’uomo che ‘colorava’ i caschi dell’inglese, Mike Fairholme, nella descrizione ufficiale fornita dalla casa d’aste.
Come si può notare nelle zone consumate o graffiate, la base era di colore blu ed è stata ‘coperta’ con la livrea di Barry: il papero sulla parte frontale, le forme dorate su sfondo nero, nome e cognome nei caratteri sistemati dietro, insieme allo sticker del fornitore delle visiere, Bob Heath. Sulla mentoniera, poi, il foro attorno al quale si è costruita una leggenda.
Il casco è stato ritirato prima dell’asta in programma l’11 dicembre. Mentre le storie continuano a moltiplicarsi.