Tra i piloti rock non può mancare la meteora australiana Anthony Gobert. Scoperto da Kawasaki nel ’94, si giocò una fantastica carriera a forza di sbronze e cadute spettacolari. Ecco la sua storia
Nella classifica dei piloti rock non può mancare la meteora australiana Anthony Gobert. Apparizioni fulminanti alternate a lunghe pause dovute a ritiri; abbandoni e pesanti squalifiche per una incontenibile passione per la marijuana. Ma quando correva lasciava tutti a bocca aperta per la magia delle sue manovre; per i sorpassi in punti mai visti e per la capacità di portare qualunque moto oltre i suoi i limiti.
Il primo campionato
La sua prima esplosiva apparizione avvenne nel Mondiale SBK durante la fantastica stagione 1994 caratterizzata dall’arrivo della Ducati 916 guidata da Falappa e Fogarty contro le Honda RC 45 di Slight e Polen e la Kawasaki di Russell. Purtroppo Falappa chiude la carriera proprio ad Albacete nei test dopo la gara che aveva vinto. E la stagione si conclude con una battaglia incertissima fino alla fine nella quale Fogarty conquista il primo titolo della sua carriera.
Ma in quella bellissima stagione non passa inosservata l’apparizione di una scatenata wild card. In Giappone, con una bellissima Honda RC45, Gobert riusciva a guidare in modo fantastico in mezzo agli scatenati piloti nipponici impegnati a mettersi in mostra contro i piloti del Mondiale. Era giovanissimo e vestiva come un surfista con camicie variopinte, capelli lunghi e un vocione da baritono le cui fragorose risate risuonavano in tutti i box.
L’ingaggio con Kawasaki
La sua guida incredibilmente talentuosa non passò inosservata alla Kawasaki che aveva un debole per i piloti fenomenali e matti come Russell; lo mise subito sotto contratto per il campionato SBK australiano. Lui riuscì a vincere con estrema facilità. Ma la stagione 1994 si concludeva in Australia a Phillip Island. Gobert si ripresentò di nuovo come wild card questa volta in sella alla Kawasaki. Il risultato fu devastante: pole position e podio. In gara questo sconosciuto australiano si mise dietro tutti con sorpassi folli e traversi con la ruota fumante.
Tutti pensammo che da quella vittoria sarebbe nata una nuova stella in grado di dominare la scena mondiale per anni. E invece così non avvenne per tanti motivi legati soprattutto al suo temperamento. Questo purosangue era incline agli eccessi di ogni tipo che lo distoglievano dalla preparazione e dalla concentrazione necessaria per affrontare un intero mondiale.
Una vera rock star
Nel 1995 come pilota ufficiale Kawasaki Muzzy, Anthony Gobert visse una interminabile sequenza di nuovi viaggi, nuove avventure, nuove ragazze e grandissime sbronze. Una star del paddock ma in gara era spesso opaco o vittima di cadute spettacolari. Tutto funzionava nelle difficilissime piste di Laguna o di Phillip Island dove Anthony collezionò incredibili vittorie. Al termine della sua prima stagione chiuse quarto assoluto.
Andò peggio nel 1996, finì solo ottavo ma con le solite vittorie australiane. Passa alla 500 con la Suzuki Lucky Strike; qui esplode il primo clamoroso caso di doping nel motociclismo quando Gobert viene pizzicato positivo alla marijuana che lui fumava allegramente per rilassarsi. Venne licenziato in tronco e passò alle SBK AMA in sella alla Ducati 916. Qui domina il campionato fino a un nuovo controllo antidroga: trovato nuovamente positivo e risqualificato.
La sua carriera finisce con la leggendaria vittoria nel Mondiale 2000 a Phillip Island. Sotto al pioggia, con una artigianale Bimota SB8R riesce nuovamente a dare prova della sua incredibile classe vincendo la gara dopo 11 anni dall’ultima vittoria del marchio. Che talento.