Esclusiva nel prezzo, nello stile e nella componentistica, la Brough Superior Pendine Sand Racer è una vera status-bike per chi ama le moto inglesi e può permettersi un acquisto importante. Oggi come allora punta a essere la Rolls-Royce delle due ruote. Alberto Cecotti l’ha provata per noi
Articolo di Alberto Cecotti e franco daudo (ha collaborato Alfredo Verdicchio)
Foto di Alberto Cervetti
Pezzi che si contano sulle dita di una mano (cento l’anno, se si considera anche la sorella SS100), tutti realizzati artigianalmente e con una cura maniacale per il dettaglio e i materiali utilizzati. Questa in sintesi la filosofia della Brough Superior, casa motociclistica inglese che tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso era considerata la Rolls-Royce delle due ruote per quanto fossero elitarie le sue moto.
Caratteristiche
Oggi l’azienda appartiene alla francese Boxer Designer, diretta dal designer Thierry Henriette, lo stesso che nel 2001 disegnò l’Aprilia Blue Marlin, una naked commissionata da Ivano Beggio, un altro che a visioni andava forte (leggasi Aprilia Motó 6.5 firmata da un altro francese, Philippe Starck). Lo stile della Pendine Sand Racer richiama vagamente il mondo del flat track ma è inconfondibilmente Brough Superior, post moderno proprio come lo erano le antenate. Basta guardare il serbatoio a siluro abbinato alla sella monoposto per respirare lo stesso fascino pionieristico di allora. Oppure la forcella rigorosamente a parallelogramma in alluminio di tipo Fior, con tanto di biellette in titanio. Meno evocativi ma realizzati con grande cura il manubrio e gli scarichi alti per la guida in off road, l’impianto frenante Beringer (due disconi da 320 mm lavorati da pinze ad attacco radiale ricavate dal pieno) il forcellone in alluminio lavorato privo di leveraggi, gli ammortizzatori Öhlins e le ruote in alluminio da 19” e 17”. Il motore, uno scultoreo bicilindrico a V di 88° da 997 cc e 102 CV, realizzato dalla Akira Technologies di Bayonne (eh, sì, di inglese non è rimasto più nulla a parte il nome), è sorretto da un telaio a traliccio in tubi di titanio saldati a mano, celato alla vista e che corre sopra le teste del twin. E non stiamo a elencare tutte le parti ricavate dal pieno e lavorate con macchine al CNC, perché verrebbe lungo e poi siamo ancora tramortiti dalle sensazioni provate durante il test.
La prova
Non è da tutti stare in sella a una Brough Superior: immaginate cosa si prova a guidare un oggetto di tale valore. La Pendine Sand Racer è una moto che con la terra e la sabbia non ha nulla a che fare, perché piega e corre come una vera naked sportiva. Il sound è di quelli pieni che a ogni manata sul gas stordiscono i sensi; il motore non è da meno, ha una spinta che ti porta via con la forza, corposa sin dai bassi e che dà il meglio di sé ai medi regimi. Insistendo si scopre che al grosso twin piace anche correre: sul tratto Chivasso-Castagneto Po (lo stesso della storica cronoscalata che si tiene ancora oggi) tra una curva e l’altra si può tirare tutta la seconda marcia senza che i pistoni vadano in crisi. Ok, nulla di travolgente se si pensa ai twin da 200 CV delle moderne streetfighter, ma l’erogazione è caliente al punto giusto per divertirsi alla vecchia maniera, senza elettronica e controllando la bestia con le sole gambe e il polso destro. Nel misto stretto, alternato a quello medio veloce, le sospensioni si adattano bene a vari stili di guida e a fondi più o meno lisci: le Öhlins in questo sono davvero una garanzia. La buona distribuzione dei pesi, il manubrio largo e gli ottimi freni fanno il resto per rendere la guida davvero appagante, trasmettendo la piacevole sensazione di avere tutto sotto controllo. In fondo, lo spirito della Pendine Sand Racer non è quello della sparona dura e pura, ma della moto buona per scalare allegramente i passi di montagna, pennellare le curve morbide delle colline nostrane, oltre che per lo struscio urbano.
Per chiudere, il prezzo. Anche se non accessibile a tutti, conoscerlo fa sempre piacere: la Brough Superior Pendine Sand Racer viene via a 63.231 euro. Però, chiavi in mano.