Fino al 3 giugno in esposizione le creazioni di Aldo Drudi, il designer che colora la velocità. Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, via San Vittore 21, Milano
Resterà aperta al pubblico fino a domenica 3 giugno la mostra I colori del Motomondiale, l’esposizione che presenta le creazioni di Aldo Drudi, designer e grafico che con le sue intuizioni colora la velocità.
Nel progetto, ideato dalla Drudi Performance, sono presentate le immagini coordinate dei più famosi team di Motomondiale e Superbike, ma anche di America’s Cup (team New Zealand), i colori del Tornado del 311° Gruppo RSV, di Honda Burasca 1200, prototipo ad alto contenuto tecnologico dal design originale, di progetti commercializzati come la E-Bike Thok e l’esclusiva Cross Over Boat Anvera 55.
Il tema principale è la collezione di caschi originali realizzati da Aldo Drudi dagli anni Ottanta a oggi: dal primo di tutti, quello di Graziano Rossi, all’ultimo realizzato per questa stagione per Valentino Rossi, oltre alle nuove grafiche di tanti piloti della MotoGP – Morbidelli, Iannone, Viñales, Crutchlow, solo per nominarne alcuni – così come di Moto2 e Moto3. E poi, tra i tanti, i caschi storici di Kevin Schwantz, Mick Doohan, Randy Mamola, Loris Capirossi, Max Biaggi, Manuel Poggiali, Noriyuki Haga, Loris Reggiani e Marco Melandri. In esposizione anche la Gilera 250, il casco e la tuta con la quale Marco Simoncelli vinse il Mondiale 2008. La mostra rappresenterà poi un’occasione eccezionale e unica per ammirare dal vivo tutte le moto da competizione iscritte al mondiale MotoGP, esposte assieme al casco e alle tute dei loro piloti. Dalla Honda di Marc Marquez campione 2017 alle Ducati, Yamaha, Suzuki, Aprilia e KTM ufficiali a quelle dei team satellite LCR, Pramac, MarcVDS e Tech3.
Spiega Aldo Drudi: «Ho pensato a questa mostra cercando un modo diverso di raccontare il motociclismo, quello che conosciamo noi che frequentiamo il paddock, anziché quello che, a molti, può sembrare solamente qualcosa di tecnico o ossessivo, gente che gira intorno in pista per andare sempre più forte. Invece non è per niente così. La passione per la velocità è, a mio avviso, qualcosa che viene da lontano, di atavico, che tutti abbiamo dentro. L’andare un po’ più forte di quello che riusciamo a fare con il nostro corpo ha sempre affascinato l’uomo, dalla scoperta della ruota in poi. Qualcosa di ancestrale, che tutti possiamo percepire: il fascino della velocità. I piloti, quando indossano tuta e casco, è come se facessero un passo indietro nel tempo. Cavalieri medievali che si preparano ad affrontare la battaglia, riconoscibili dalle livree delle loro casate. Se un tempo le armi erano lance o spade, oggi sono le moto con le quali ogni domenica scendono in pista a sfidare prima di tutto se stessi e poi gli avversari. Ed è proprio attraverso la grafica e il design di questi oggetti che, con questa mostra, vogliamo raccontare l’animo romantico del motociclismo».
Ad arricchire l’esposizione gli scatti di Gigi Soldano (Milagro), Mirco Lazzari, Alex Farinelli e Tino Martino, i più famosi fotografi italiani della MotoGP.