La fotografa Josie Perez si racconta: il suo primo incontro con la macchina fotografica risale ai tempi della scuola; ma è stato grazie alla sua esperienza come modella che ha capito qual era la sua vera passione
Servizi come modella, sfilate e persino il cinema con Luc Besson, prima di abbandonare tutto per la passione coltivata fin da piccola. La fotografa messicana Josie Perez, cresciuta nell’EastSide di Los Angeles, ci racconta com’è stato possibile voltare pagina continuando ad avere successo, puntando soprattutto sulle moto
Sono nata a Tijuana, in Messico, e cresciuta nell’EastSide di Los Angeles, città dove oggi, vivo e lavoro. Avevo 10 anni la prima volta che sono entrata in contatto con la fotografia, a scuola, durante una lezione d’arte. Ci hanno insegnato a usare la macchina fotografica, a sviluppare e stampare le immagini di amici e parenti scattate a casa.
Non sono stata sicura di quanto mi sarebbe piaciuto fotografare finché non ho realizzato delle piccole stampe. Il processo mi ha incuriosita. Ho cercato d’imparare sempre più sulla fotografia, ma è stato solo quando sono diventata una modella professionista che ho capito che la mia strada era diventare una fotografa.
Da modella ad attrice
Quando ho lasciato la scuola, nel 1988, ho trovato impiego come segretaria all’IT Models Management di Los Angeles. Un anno dopo, con mia grande sorpresa, uno degli agenti mi ha chiesto di posare per alcuni fotografi. Così, a 19 anni, mi sono ritrovata modella professionista, con tanto di portfolio, agente a Parigi e ingaggi a Parigi, Londra, New York e Los Angeles.
Ho posato per diverse riviste di Condé Nast: Vogue Italia, Elle, Marie Claire, GQ; così ho conosciuto fotografi del calibro di Peter Lindbergh, Ellen von Unwerth, Paolo Roversi, Bettina Rheims e Bruce Weber, che hanno incoraggiato il mio desiderio di diventare fotografa.
Ho anche sfilato per firme prestigiose come Azzedine Alaïa, Chanel e Jean-Paul Gaultier. L’ingresso nel mondo della moda ha allargato i miei orizzonti e mi ha rapidamente portato a lavorare anche come attrice: spot e piccole parti in alcuni film; ho interpretato il ruolo di un’assistente di volo nel film di Luc Besson Il quinto elemento, del 1997.
Il ritorno alla fotografia
Ho iniziato la mia avventura di fotografa 20 anni fa, tutto da autodidatta, dallo scatto allo sviluppo dei negativi, alla stampa. Passavo 12-18 ore al giorno nella mia camera oscura, sperimentando con gli acidi e la manipolazione delle stampe. Ho iniziato con la pellicola, il digitale è arrivato qualche anno più tardi.
Per diverso tempo ho lavorato con macchine analogiche e digitali su diversi progetti: una serie di ritratti in analogico ispirati ai film noir; la rivista, da me prodotta, Beerspit (2008-2010), ritratti di gruppi musicali, skater professionisti, vagabondi e ubriaconi che raccontano ciò che accade dopo l’orario di chiusura nelle bettole di San Francisco. «Bukowski incontra Weegee (pseudonimo di Arthur Fellig, fotografo, fotoreporter e scrittore americano, nato a Złoczów, in Polonia, nel 1899 e morto a New York nel 1968, ndr)», ha scritto la rivista Thrasher in una recensione di Beerspit.
Josie Perez incontra le moto
Nel 2012 ho iniziato a ritrarre il mio amico Jasin Phares, preparatore di moto (Phares Cycle Parts, a Vallejo, California). Documentavo il suo modo di lavorare e i suoi progetti, cosa che mi ha poi permesso di realizzare campagne pubblicitarie e servizi fotografici per diverse riviste di motociclette, oltre al libro fotografico Harold’s USA, del 2013, dopo che ero stata contattata da Uwe Ehinger per fotografare la sua collezione di motociclette in Germania.
Il libro ha spinto la mia carriera di fotografa specializzata nelle moto: editoriali ed eventi, quali Born Free, Brooklyn Invitational, Wheels and Waves, e collaborazioni per diverse pubblicazioni europee e americane come Fuel Magazine, Mens File, Custombike, Kustom Life, Wild Motorcycles, Craftrad e Dice.
Il linguaggio di Josie Perez
L’esperienza fatta come modella e attrice ha giocato un ruolo importante nel mio processo di crescita. Minimalismo, crudezza, bellezza disordinata, carattere, individualismo e grinta hanno influenzato il mio modo di intendere la fotografia. Sono una fotografa minimal, preferisco lavorare in esterni, con la luce naturale, quando è possibile. I miei soggetti sono i più diversi: personaggi, motociclette, stili di vita, moda e still life; ma ciò che amo di più è ritrarre i motociclisti, la loro vita, il loro ambiente.
Parlando di attrezzatura, utilizzo diversi obiettivi con corpi macchina Canon 5d Mark III e Canon 7D, senza luci né filtri; in genere scatto in esterni, di preferenza in zone abbandonate o in aree industriali dove c’è scarsa presenza umana. Se, invece, lo shooting richiede un ambiente iperattivo, amo piazzare il mio soggetto nel bel mezzo di una strada trafficata; per esempio a Chinatown, dove c’è tanta azione sulla quale io non ho alcun controllo. Così tutto diventa molto più naturale e spontaneo.
Attualmente lavoro come fotografa e producer freelance (jperez.photography) su una serie di progetti per Ehinger Kraftrad, preparatore tedesco di Amburgo. Realizzo, inoltre, servizi di moda in collaborazione con il mio vecchio amico Omar Alberto, agente e manager di JustOmy.
TRA I GRANDI
È molto difficile oggi trovare un fotografo che sappia interpretare così bene oggetti e persone. Nel suo modo di scattare così ruvido ma assolutamente reale, può ricordare il lavoro di Mary Ellen Mark. Scatti asciutti, puliti e senza la ricerca ossessiva dello scatto fatto per impressionare. Di Josie è assolutamente da apprezzare la sua onestà di sguardo.
LA MOTO, SOPRATTUTTO
Ciò che Josie Perez ama di più è ritrarre i motociclisti, la loro vita, il loro ambiente.
SABOR LATINO
A fondare l’EastSide (la zona che include i quartieri di Boyle Heights, El Sereno, Lincoln Heights e l’area di East Los Angeles) è stato John Strother Griffin (1816-1898). Nel 1870 acquistò 800 ettari di terreno agricolo e tirò su le prime case. Oggi abitano nell’EastSide poco meno di 300mila persone, per il 91 per cento latini. Solo il 5 per cento dei residenti sopra i 25 anni possiede un diploma.
Per le foto del servizio, Courtesy Josie Perez