Land Rover Discovery V ha le comodità di un’auto moderna e l’anima libera di un crossover. L’abbiamo testata per voi, nel deserto al confine tra Arizona e Utah
Era patrocinata da una marca di sigarette, roba d’altri tempi. Da allora il mondo è profondamente cambiato. Oggi il world wide è web, la realtà è virtuale; non ci si sporca più le mani in senso così letterale come un tempo, quando l’arte era pop e gli eccessi erano all’ordine del giorno (e della notte). Negli Ottanta si poteva fare tutto, o quasi. Così quando nel 1989 Land Rover accende il primo Discovery, un fuoristrada assai spartano da venir subito gettato nella mischia proprio al Trophy, con tanto d’immancabile livrea giallo sabbia d’ordinanza, nessuno immagina che una manciata di generazioni più tardi quell’auto si sarebbe emancipata tanto da diventare un’icona di stile.
Evoluzione
Le prime serie combinavano il comfort di marcia della Range con la caparbia praticità di Defender; ma dalla penultima edizione s’intuisce che la strada è decisamente cambiata.
Le volumetrie interne crescono per la maggiore attenzione ai passeggeri; i sedili diventano più comodi, le dotazioni più ricche. Certo crescono anche le virtù off road, inarrestabili. Di pari passo all’evoluzione tecnologica, diventano semplici da utilizzare. Basta un piccolo selettore per riprogrammare in tempo reale i «settings» della vettura cavandosi d’impiccio da ogni situazione.
Proprio come il resto della gamma, anche l’immagine diventa sempre più forte e importante, tanto da contaminare con il look vincente di famiglia anche i modelli più radical. Land Rover Discovery V assume così i connotati del crossover multiculturale moderno.
Equipaggiamento
Può guadare fino a 90 centimetri senza patemi e scalare angoli d’attacco di 34 gradi, ma è interconnessa come mai prima. Ha 18 tinte per la carrozzeria e 7 posti per contenere l’intera famiglia del 21esimo secolo. Ci sono 5+2 sedili controllabili elettricamente anche dallo smartphone; l’extra è rappresentato da una coppia di sedili-strapuntino che si sollevano o annegano nel vano di carico alla bisogna. Il tutto, oltre un carico di novità hi-tech pazzesco.
Con il sistema InControl Touch Pro Services basta passare un dito sullo schermo touch da 10 pollici al centro del cruscotto per gestire ogni genere di connessione, informazione, divertimento in streaming. Fra app e portali realizzati ad hoc, si apre un mondo nuovo che semplifica la vita col suo carico di WiFi 4G con hot spot per 8 dispositivi, 9 porte Usb e 6 prese 12 Volt per non perdere neppure un bit.
Scenario: tra Arizona e Utah
Connessa al mondo virtuale, in cerca di certezze in quello reale, Discovery V continua tuttavia a strizzare l’occhio a chi ha ancora voglia di sporcarsi, come noi che al primo appuntamento l’abbiamo portata fra Arizona e Utah. Una porzione d’America bellissima; le quote sfiorano i duemila metri fra praterie, aridi confini, creste da scavalcare prima di scendere abbracciati da un panorama diverso.
È un eterno altopiano che lambisce canyon profondi, il Lake Powell, le terre di roccia e sabbia rossa della cittadina di Kanab. Il deserto contribuisce a fissare temperature superiori ai 40 gradi; ma quando in inverno precipitano sotto lo zero, allora le rocce rosse si coprono con un manto bianco innocente e immobile come la vita di queste parti. Lenta, e silenziosa. Lungo la nostra strada c’è una coltre di fango rosso; è l’omaggio delle abbondanti piogge cadute nei giorni precedenti il nostro arrivo.
Condizioni estreme
Asfalto a tratti umido quando filiamo lungo le interminabili interstatatali felicemente sprofondati nei comodi sedili di questo salotto full-optional; poi rocce viscide al momento di scalare le montagne, prima di misurarci con la sabbia compatta che penetra nei battistrada quando incontriamo le creste di dune a Coral Pink Sand Dune State Park.
Oltre 4.000 acri a 1.800 metri di quota, un tempo terra e riserva degli indiani Navajo che prende il nome dal colore delle rocce tramutate in sabbia dal vento che soffia così forte da portarsele via, un granello dopo l’altro.
Siamo nella frontiera americana, l’orizzonte della corsa al (Far) West dove sono state girate oltre 200 pellicole; Hollywood ha sempre amato queste praterie che miscelano il cielo dei più grandi western, «Per un pugno di dollari», «i Magnifici sette». Nei Cinquanta erano di casa Frank Sinatra, Dean Martin e Sammy Davies Jr. del leggendario Rat Pack. L’ultimo ciak? Nel 1976, Clint Eastwood è il «Texano dagli Occhi di ghiaccio».
La prova
Probabilmente non c’è luogo migliore per sporcare come si deve ruote e carrozzeria; ma anche e soprattutto stressare il TerrainResponse2. È il comando che in base al fondo stradale modifica sensibilità dell’acceleratore e caratteristiche del cambio, aiutando a sfruttare al massimo le doti off road, con la complicità dell’altezza da terra di 283mm (+43mm rispetto alla Discovery4) e la possibilità di guadare fino a 900mm (+200mm).
Con quella diavoleria a portata di mano ogni sfida diventa (quasi) un gioco da ragazzi. E resta così il tempo per guardare là fuori terre incontaminate schiacciate da un cielo così basso che vorresti toccarlo.
E per accendere i ricordi d’infanzia; quando la tivù raccontava di imprese e luoghi lontani esplorati da inarrestabili macchinoni gialli, con uno stravagante cammello blu incollato su cofano e portiere.
Articolo di Paolo Matteo Cozzi; Foto di Nick Dimbleby
Land Rover Discovery
Lunghezza 4,970mm
Motori Quattro o sei cilindri Benzina e Diesel Ingenium 4 cilindri Diesel Td4 2 litri 180 CV e Sd4 TwinTurbo 240CV 6 cilindri Diesel Td6 da 258 CV Benzina 3 litri V6 Si 6 da 340 CV
Larghezza 2,220mm
Cambio ZF automatico otto rapport
Altezza 1,846mm
Emissioni 159 g/km Co2
Passo 2,923mm
Prezzo da 52.700 euro