Shinise è il termine usato in Giappone per indicare delle aziende dalla lunga storia e dalla consolidata tradizione e, Dal 2020, anno in cui ricorre il centesimo avversario della fondazione di Mazda, anche la Casa automobilistica nipponica è entrata a far parte del prestigioso club
Articolo di Carlo Mandelli
È il gennaio del 1920 quando, a Hiroshima, Jujiro Matsuda istituisce la Toyo Vork Kogyo Co. Ltd, azienda specializzata in sughero artificiale che solo l’anno successivo si converte alla produzione di macchinari. Il primo automezzo sviluppato in sede arriva nel 1931 con il nome di Mazda-GO e, di fatto, segna l’inizio della storia di Mazda.
LEGGENDA COSMO SPORT
Se la prima auto di serie prodotta dalla Casa risale al 1960 e si chiama R360-Coupé, nelle stanze di Mazda – che dopo lo stop forzato a causa della Seconda guerra mondiale e dell’atomica piovuta sulla città non si è più fermata – qualcuno si mette in testa di fare una sorta di rivoluzione sotto il cofano. L’innovazione si chiama motore rotativo e al suo sviluppo lavorano 47 ingegneri, come i 47 ronin (samurai senza capo) che nel XVIII secolo entrarono nella storia del Paese per la loro determinazione nel vendicare a suon di spada un nobile giapponese.
Lanciata nel 1967, la Cosmo Sport è la prima vettura dotata del motore a doppio rotore. «È più volare che guidare» commenta allora il presidente di Mazda Tsuneji Matsuda a proposito del modello che sarebbe diventato una vera e propria icona per gli appassionati e un simbolo per la storia del brand.
PAGINA BIANCA
Il colore con il quale viene lanciata la Cosmo Sport Coupé è il bianco, a raffigurare un foglio sul quale scrivere una nuova storia. Lo stile è improntato a un’idea futuristica dell’automobile e la Sport viene venduta a un ritmo di trenta esemplari al mese. Se la produzione della Cosmo Sport riguarda gli anni dal 1967 al 72, il suo prototipo si rivela la maggiore sorpresa del Salone di Tokyo del 64 dove, su un palcoscenico rotante, Mazda svela quella che sarebbe diventata la prima auto sportiva di serie al mondo con un motore rotativo a doppio rotore, ovvero una fusione di tecnologia d’avanguardia e design accattivante.
UNGHIE DEL DIAVOLO
Lo sviluppo del motore rotativo è un esempio della perseveranza nipponica. La tecnologia inventata da Felix Wankel negli anni Venti suscita scalpore nel mondo dell’auto, ma è afflitta da parecchi problemi. Tuttavia, Mazda non rinuncia al tentativo di sviluppare il rotativo per un’auto di serie. Leggenda narra che un grosso inconveniente come quello dei segni di battito sulle pareti interne della sede del rotore – i cosiddetti segni delle unghie del diavolo – viene risolto da un ingegnere che, guardando la punta della sua matita, si fa ispirare e ricorre all’uso del carbonio ad alta resistenza. Dopo il successo della pionieristica Cosmo, il rotativo diventa un punto fermo delle proposte Mazda. E proprio una Cosmo 110S è la vettura che inaugura la tradizione racing di Mazda, presentandosi nel 1968 alla 84-Hour Marathon de la Route al Nürburgring.