C’è una lista di auto iconiche che qualunque appassionato ha nella testa da sempre, quella a cui pensa ogni tanto o che rispolvera ogni volta che viene interrogato sull’argomento. Nella testa di tanti, ne siamo certi, e sicuramente nella nostra, al capitolo ‘roadster’ c’è una giapponese che tutti chiamano MX-5
Articolo di Carlo Mandelli
JIMBA ITTAI
Il marchio è Mazda e l’auto è quella che da oltre trent’anni continua a scaldare i cuori di tanti con un concetto semplice, semplicissimo: Jimba Ittai, ovvero il concetto tradizionale di simbiosi fra cavallo e cavaliere nella tradizione giapponese. Nel caso di un’auto, a Hiroshima l’hanno pensata cosi: prendi una leggera due posti a cielo aperto e mettigli un motore vivace che muove le ruote posteriori. E’ Fatta. Si chiama MX-5, nota anche come Miata in Nord America e Eunos Roadster in Giappone.
DESIGN SENZA TEMPO
La ricetta è semplice, con l’affidabilità dell’ingegneria giapponese abbinata al fascino di una roadster, che parli alla mente quanto al cuore (o al piede dell’acceleratore). Gioia di guidare nella sua forma più pura, una carrozzeria dal design senza tempo, affidabile e economicamente accessibile. Insomma, la MX-5 è stata un successo da subito e attraverso le quattro generazioni che si sono susseguite a partire 1979, epoca in cui la classica roadster era diventata una specie in via di estinzione. Proprio in quel momento, un piccolo gruppo di dipendenti Mazda stava pianificando il suo rilancio.
LA NASCITA DI UN’ICONA
“Hall-san, quale sarebbe il prossimo tipo di auto che dovremmo realizzare?” Fu la domanda di Kenichi Yamamoto, allora capo della ricerca e sviluppo di Mazda, che nel 1979 interrogò a proposito Bob Hall, giornalista americano cresciuto a pane e roadster di Austin-Healey, Jaguar, Lotus, MG e Triumph. La risposta? Semplice anche questa: “Un’auto sportiva economica, una semplice roadster tipicamente all’inglese, moscerini in bocca e vento tra i capelli”. Insomma, qualcosa che riportasse a quel periodo degli anni ’60 dei leggendari roadster Lotus Elan e Triumph Spitfire che avevano portato le emozioni della guida alle masse in quanto auto sportive a cielo aperto ma dai prezzi accessibili. Yamamoto prese una Triumph Spitfire e fece un giro sulle strade attorno a Hakone. Capì che Mazda aveva bisogno di una piccola e leggera auto sportiva: ne era certo.
QUATTRO GENERAZIONI DI PURO DIVERTIMENTO
A dieci anni dalla risposta di Bob Hall, la Mazda MX-5 di serie debuttò al Salone di Chicago nel febbraio 1989. Poco dopo, arrivò negli showroom e prese d’assalto il mondo delle auto per quattro generazioni guidate da alcuni capisaldi. Motore a quattro cilindri con potenza sufficiente per potersi divertire ma senza renderla difficile da controllare. Cambio manuale dall’escursione breve per cambiate rapide e veloci. Baricentro basso. Trazione posteriore e una sospensione compatta per un feeling diretto con la strada in perfetta filosofia da Jinba Ittai. Al Salone di Tokyo del 1997 fu presentata la seconda generazione senza i fari a scomparsa e con un aspetto più muscoloso. La terza generazione è invece del 2005 con la rivoluzione elettronica di quegli anni. 2005. Quando nel 2014 Mazda ha celebrato il 25° anniversario della MX-5, un anno prima che uscisse la quarta generazione, le MX-5 vendute avevano toccato quota un milione.
2020
Le ultime incarnazioni in ordine di tempo del mito MX-5 si chiamano Polymetal e Sport 2.0. La prima prende il nome dal nuovo colore, quel polymetal gray al suo debutto e che nelle intensioni dei giapponesi vuole esprimere la “sensazione del metallo”. Filosofia intatta e look attraente, vuoi per quei cerchi in lega prodotti tramite forgiatura a partire da un blocco unico di alluminio, vuoi per il tradizionale soft top. La stessa filosofia che esalta l’essenza della MX-5 è stata utilizzata per la versione Sport 2.0, pensata per chi ama provare piacere di guida della roadster giapponese abbinato a prestazioni più sportive. La MX-5 Sport 2.0 è infatti disponibile con il motore Skyactiv-G 2.0L da 184 ed è prevista sia con la carrozzeria Soft Top sia RF (Retractable Fastback) con tetto rigido. Le due colorazioni scelte per questa versione sono quelle più caratteristiche di Mazda, ovvero il machine grey e il soul red crystal.