Terra fortunata: quella volta a King’s Lynn

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LE MIE TERRE

La terra ha un’anima, come sa bene Marco Belli, pilota di flat, che ne è un collezionista. Qui racconta una bella vittoria nella cornice di King’s Lynn, Inghilterra

La terra di King's Lynn conservata da Belli.

Sacchetto di plastica ed evidenziatore rosso. La terra di King’s Lynn conservata da Belli.

King’s Lynn, classico circuito da Speedway in zona industriale. Terra rossissima, primissima esperienza di gare in Inghilterra, invitato qualche mese prima da Peter Bost, l’organizzatore del campionato inglese che ai tempi si chiamava Short Track UK ed era ancora a livello di torneo nazionale, parliamo del 2003.

Peter l’ho conosciuto in campi di gara tedeschi. Mi ha detto: vogliamo ritornare in auge col flat track, vieni che diamo uno sbocco internazionale. Va bene, okay. Qualche mese dopo carico il furgone e con il mio meccanico e coach di sempre, ovvero mia moglie, partiamo. Eccitatissimi ci presentiamo in pista verso l’una del pomeriggio, ma non c’è un’anima.

Così andiamo a vedere l’Oceano e sti spiaggioni enormi; poi torniamo indietro perché gli inglesi ai circuiti arrivano praticamente un’ora prima della gara. Entrano e in cinque minuti settano i box e fanno tutto, anche perché prima della corsa lì è vietato accendere i motori.

Vittoria

In quel periodo correvo con una Rotax fatta su licenza da Ron Wood, in California, quelle che aveva importato Carlo Talamo. E cazzo è andata da dio perché ho vinto subito. Son sembrato un astronauta. Ma a King’s Lynn io ho pure buttato via un campionato. Ultimo giro contro una CCM ufficiale, mi bastava fare terzo per vincere; invece ho provato a fare uno staccatone e… mi ricordo che dicevo no ti prego, no ti prego e non l’ho tenuta. Era il 2005. Poi lì nel 2006 ho vinto il campionato con Kawasaki.

Particolarità di questa pista è che viene utilizzata per lo Speedway e per le auto, quindi ha dei muretti di cemento e non il classico legno. Per trattare questa terra ne tiravano su 15 centimetri e sotto ci mettevano olio esausto. Questo impasto di olio e terra di sera aveva un e.etto che quando mettevi giù le orecchie sentivi veramente le ruote fischiare. Era meraviglioso.

Testo di Marco Belli

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