Yamaha SCR950, il nuovo urban scrambler

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I parafanghi d’acciaio hanno entrambe le colorazioni del serbatoio, mentre le evocative tabelle ovali porta numero fanno sognare Steve McQueen. Ecco Yamaha SCR950

YAMAHA SCR950

In Sardegna tutto appare più bello, e ciò che è bello diventa più luccicante che altrove. La Yamaha SCR950 ABS la vedo proprio così, bella e luccicante. SCR è acronimo di scrambler, e su qui non ci piove; 950 sta per la cilindrata, che a Casa Yamaha, di questi tempi, identifica un propulsore ben preciso: quel bicilindrico 942 cc a V di 60 gradi SOHC raffreddato ad aria che spinge tutta l’ultima serie XV della categoria Sport Heritage di Yamaha.

La stessa serie è già declinata in tre versioni: la XV950 (bobberina da meno di 7 mila euro, ovvero un chopper minimalista old style); la Racer, che riprende canoni stilistici più sportiveggianti ispirati alle Yard Built, che costa mille euro in più. Poi c’è la XV950R che è un allestimento premium della XV base, con particolari di maggior pregio; per questo il prezzo sale di altri mille euro, ovvero 8.990 euro.

Caratteristiche

Ma torniamo alla nostra, per un giorno, Yamaha SCR950 (9.890 euro). Cavalca la inesauribile moda del genere scrambler anni Sessanta, più per filosofia estetica che per caratteristiche tecniche. Insomma, di fuoristradista ha ben poco, oltre alle sospensioni con maggior escursione, i cerchi a raggi e l’accoppiata diametri ruota 19”-17” con gomme Bridgestone TW a battistrada leggermente tassellato.

La base rimane quindi da stradista tranquilla: il telaio a doppia culla in acciaio e, appunto, il nero poderoso ma mansueto motorone con la coppia forte e buona e lo scarico laterale basso. Mi piacciono i parafanghi d’acciaio in entrambe le colorazioni del serbatoio (Yamaha black oppure Racing Red) e il fatto che sia realizzato senza saldature a vista, mentre le evocative tabelle ovali porta numero fanno sognare Steve McQueen. Classicissima la ciclistica, con il telaio a doppia culla in acciaio di estrazione stradale abbinato alla forcella tradizionale da 41 mm con soffietti anti polvere.

Dietro, emerge la coppia di ammortizzatori con serbatoio separato. Atipica la scelta del freno anteriore e posteriore dello stesso diametro (298 mm), e le gomme a impronta relativamente stretta: 100/90- 19 e 140/80 -17.

La prova

La SCR si auto definisce come urban scrambler e la definizione è quanto mai azzeccata: me lo dimostra sin da subito. Con l’impostazione così comoda, eretta, il manubrio largo con il traversino stile offroad e il sellone ospitale per tutti, in città si trova proprio bene; la ciclistica favorisce particolarmente sullo sconnesso e nelle molteplici insidie del fondo cittadino. Il cruscotto è un elemento circolare con integrati gli indicatori digitali.

La mole non è da poco: sono oltre 250 chili pronti da avviare (con il pieno). Ma si sentono più che altro da fermi. I dislivelli sono ok ma la posizione delle pedane è un po’ esposta; di questo ci si accorge più che altro cimentandosi in fuoristrada (sterratino leggero, ovviamente). Il motore è fruibilissimo, davvero, dolce e corposo, senza mai strappare. Per intenderci, la coppia massima, di 79,5 Nm, è espressa solo a 3 mila giri.

Una moto per passeggiare

È un 9 1/2, ma i cavalli sono pochini (54,3). Sapete però cosa vi dico? Che bastano… Sono sufficienti per usarlo nel suo mondo favoloso della passeggiata, ma la SCR non si oppone se si aumenta il passo. Anzi, si presta fino a un tot. Poi, a quel punto si cercherà (riuscendo senza problemi) di non far fuori le pedane in curva; questione di postura sulla moto. Ne riparleremo.

Sul misto comunque è divertente, mentre sulle grosse vie (per non parlare dell’autostrada) si prende una barca d’aria. Ma ci sta, su una scrambler. Noto infine che, nonostante la sella bella piatta (a proposito, dista 830 mm da terra), sotto è stato ricavato un utile vano portaoggetti.

Ma in Sardegna non girano le macchine per le strade? Durante il test su strada, svolto nell’entroterra di Chia Laguna, su vie panoramiche impeccabili, avrò incontrato cinque auto in croce. Tipo in due ore, però. In definitiva, non fatevi intimorire da cilindrata e mole dichiarata della SCR950. È come se fosse una 600 cc. Si prendono velocemente le misure e poi c’è da godersela per come si pone: senza forzare troppo il ritmo ma guidando molto rotondi. Così, la Scrambler non è solo bella da vedere; come la Sardegna d’altronde.

Alberto Cecotti

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