Era il 1965 quando l’ex pilota argentino collaborò con Shelby alla realizzazione di un prototipo: ne uscì un capolavoro
Di Carlo Mandelli
Un prototipo bellissimo, nato dalla collaborazione tra due geni e progettato per stupire sulle piste. E’ una storia fatta di bellezza ma anche di litigi, quella della De Tomaso Sport 5000, una tra le più affascinanti auto mai concepite. Era il 1965 e l’auto fu disegnata da un designer americano di grande talento, Pete Brock, che all’età di diciannove era diventato il designer più giovane mai assunto dal dipartimento di design della General Motors, per poi passare nel 1961 alla nuova Carroll Shelby School of High Performance Driving. Si narra che Brock, si presentò al colloquio di lavoro in GM senza bozzetti da mostrare, così realizzò al volo alcuni disegni mentre aspettava in auto.
Quando Carroll Shelby decise di pensare a una nuova auto che potesse sostituire la sua King Cobra, altra pazzesca auto da corsa, si rivolse a Brock e Alejandro De Tomaso. Brock si occupò del design della carrozzeria e De Tomaso dell’ingegneria, tutti lavorando con Medardo Fantuzzi nel laboratorio Fantuzzi in Italia. Furono due le vetture risultato di questa partnership; la De Tomaso Sport 5000 prototipo e la De Tomaso P70, simili esternamente ma con grandi differenze sotto al cofano.
Brock nel realizzare il prototipo applicò molte leggi dell’aerodinamica, compresa un’ala posteriore che poteva essere regolata dal conducente per dare più carico aerodinamico in curva e meno su lunghi rettilinei. La Sport 5000 era equipaggiata con un motore V8 Ford da 475 CV.
Prima del completamento della vettura, Shelby ottenne da Ford il sostegno per spostare la sua attenzione sul programma GT40 Le Mans. De Tomaso non ne fu per niente contento, ma non restò senza socio per molto, visto che riuscì a portare Ghia a bordo del progetto, presentato al Motor Show di Torino nel novembre 1965 come ‘Detomaso Ghia’.